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Un momento del videoclip Viaggiatore della Pace presso il cortile della Scuola Paolo Vetri di Ragusa
Un momento del videoclip Viaggiatore della Pace presso il cortile della Scuola Paolo Vetri di Ragusa

Le scuole, le primarie specialmente, rappresentano per chi scrive e per Si… l’idea è buona! un canale molto importante per dare visibilità ai propri percorsi. SLEB ha in serbo il sogno di diventare una sorta di scuola d’esempio per alunni di scuola primaria e secondaria e magari anche oltre. Chi scrive non si intende di materia scolastica, di sociologia né tantomeno può risolvere i problemi che ancora oggi attanagliano la scuola. Può solo presentare la sua esperienza dopo essersi trovato ad operare nelle scuole primarie per molte attività che, senza tema di smentita, può senz’altro definire “educative”. Ora, a parte la grande disponibilità dimostrata sia da insegnanti che da dirigenti con i quali si è trovato ad interloquire, da quasi 10 anni a questa parte, lo scrivente ha sempre avuto l’impressione, quando ha varcato l’ingresso di un edificio scolastico, di trovarsi all’interno di un ministero, o meglio ancora di un’azienda nella quale dirigenti, appunto, e… come dire… dipendenti (in questo caso insegnanti, collaboratori ed… alunni..!) fossero da considerarsi al servizio di un interesse superiore, quasi manageriale, contabile, di produttività. Certo, la scuola ha necessità di essere produttiva ma tale obiettivo pare si debba raggiungere con strumenti propri di una grande azienda; il vecchio e caro preside è diventato ormai un manager, un dirigente con la sua ampia scrivania colma di scartoffie da visionare e controfirmare assumendosi sempre richiose responsabilità, e tutte le figure tipiche scolastiche quasi tendono sempre più ad assumere qualità di “funzionari” (mi direte… ma i funzionari sono previsti nell’ambito lavorativo della scuola… si… certo… non me ne vogliate…), ma sempre più nell’ottica di far funzionare al meglio l’azienda scuola! Cosa c’è che non va (o perlomeno non andrebbe) per me in siffatta analisi ? Che mi riesce sempre più difficile riscontrare il connotato della familiarità nella scuola, della passione, passione nello studio, nell’insegnamento, con i dirigenti che non hanno più tempo (e qui gli accorpamenti contano…!) di verificare al meglio il rapporto alunno-insegnante, e di questi tempi ancora più difficile fare lo stesso con i genitori degli alunni, “che par che siano venuti da cielo in terra a lamentel mostrare”! (mi perdoni l’Alighieri…)..

Ecco, non riscontro più romanticismo nelle scuole, calore familiare, nelle primarie e secondarie (anche qui vorrei andar oltre…) la fretta la fa da padrone – la mia cara insegnante al liceo soleva sempre dire… il tempo è tiranno… – e ogni volta che entro nella stanza di un dirigente mi sembra uno spazio del tutto avulso dall’universo che c’è fuori fatto di grida e suonerie di campanelle e cellulari e di corse a destra e a manca per arrivare quanto meno sani e salvi al fatidico orario dell’ora d’aria… pardon… d’uscita!

Mi fermo qui. “La certezza del diritto non esiste più”, mi ripeteva un mio caro zio quando espletava il suo ruolo di dirigente scolastico nei pressi di Padova, perché già 20-30 anni fa le norme attanagliavano sempre più le già traballanti fondamenta delle scuole di quei tempi, e spesso era un rincorrersi tra leggine, regolamenti ed aggiustamenti di successivi su precedenti che rendavano ancor più debole il già labile limes dell’organizzazione scolastica.

Sono un ammiratore di Francesco Ferrarotti, il padre della sociologia italiana il quale, interrogato alcuni anni or sono sulla scuola e sul dibattito intorno ad essa, rispondeva: “Il dibattito sulla scuola è sempre stato caratterizzato (…….) da una volontà di riforma che non si è mai concretamente realizzata nelle forme sperate (……….). Prima di tutto perché le riforme in Italia sono riforme sognate: si parla di esse, ma con un’impostazione tipicamente ideologica, non di tecnica della riforma (………). Io non so se l’odierna riforma della Buona Scuola sia anch’essa una riforma ideologica, so solo che mi piacerebbe sentire e vedere sempre meno ideologie e più ideali, passione, romanticismo, senso d’appartenenza… spero ciò sia ancora sia possibile, perché credo che… Si… l’idea è buona!

Nonostante queste mie parole, devo ringraziare chi nell’ambito scolastico ha fatto in modo che le buone energie positive che provengono dalla scuola potessero illuminare i percorsi intrapresi con questo progetto di solidarietà creativa. Per questo tra le scuole che ci collaborano non posso dimenticare l’Istituto Comprensivo Vittorini di Scicli, con la Dirigente e le Insegnanti che sono stati attori protagonisti di alcuni eventi condivisi con la loro realtà, idem per la Direzione Didattica Paolo Vetri di Ragusa con Dirigente e Insegnanti, il Circolo Didattico Palazzello di Ragusa con Dirigente ed Insegnanti, l’Istituto Comprensivo Raffaele Poidomani di Modica con Dirigente ed Insegnanti, il Plesso Foderà di Vittoria con Dirigente ed Insegnanti, l’Istituto Prof. Stat. G. Marconi sezione Alberghiero di Vittoria con Dirigenti, Insegnanti e alcuni alunni.

Il mio sogno descritto all’inizio, essere d’esempio soprattutto nelle scuole primarie e portare le storie realizzate a favore di chi si prende cura degli altri è ancora tale. Entrare in contatto con la realtà tipica del mondo dell’insegnamento proprio grazie a un personaggio come Brillo, che è appunto nato per diventare da grande un amico di bambini, genitori ed insegnanti – per esempio (ma le idee son tante…) racchiuso in una striscia di fumetti in cui narra le avventure vissute a una platea di grandi e piccini – fa parte della mia mia visione di un’avventura romantica e passionale dentro la scuola di oggi. Il rigido, all’apparenza, Maestro Perboni del libro Cuore di Edmondo de Amicis (…..sentite…abbiamo un anno da passare insieme. Vediamo di passarlo bene. Studiate e siate buoni. Io non ho FAMIGLIA. La mia FAMIGLIA siete voi….) sogna ancora una scuola così, in cui il confine che la separa dalla società non sia più labile, ma più definito e soprattutto corretto ed educativo, fatto di sentimenti. Il buon esempio come sempre, dipende dal singolo e dal singolo si trasmette a una comunità, e non viceversa, cioè da una aggregazione spesso frastagliata e a volte confusa in interessi contrapposti. La Buona Scuola “dovrebbe” essere questo. Speriamo di poter dare l’esempio con Brillo e con Si… l’idea è buona”!… presto delle novità!!!

Nel clip video di sotto, un incontro in tv di qualche anno fa insieme alla Dirigente Marisa Cannata dell’Istituto Elio Vittorini di Scicli e all’incomparabile e superlativa Gabriella Portelli del Centro Diurno presso il Convento Maria SS Del Rosario, sempre a Scicli.

 

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