“Un giorno ebbi un incidente con la bici. Caddi rovinosamente a terra procurandomi delle ferite da cui fuoriusciva copioso sangue all’altezza del ginocchio sinistro e sul palmo della mano destra. Mi portarono subito in guardia medica per fermare l’emorragia e mi medicarono, fasciandomi quasi come una mummia, sia il ginocchio che la mano. Ricordo che la notte non potei dormire, andavo continuamente in bagno a far pipì ed ero molto agitato. Era la prima volta che mi capitava una cosa del genere e benché si trattasse di un incidente tutto sommato non grave, non mi sentivo affatto bene, ed ero molto agitato. Anche la mattina dopo, questo stato d’animo non mi abbandonava quando, recatomi in ospedale, mi controllarono le ferite. Controllarono soprattutto la mano destra perché sentivo come se ci fosse dentro qualcosa. Dopo una accurata verifica e la radiografia cui mi sottoposero, mi dissero che delle pietruzze sull’asfalto, probabilmente, mi avevano bucato il palmo e si erano conficcate dentro, e soprattutto una poteva provocare dei danni al tendine, in quanto penetrata molto in profondità. Non mi ricordo quanti giorni passarono, fatto sta che queste tre/quattro pietruzze dentro la mia mano pian piano, quasi come fossero dotate di vita propria, cominciarono a risalire (probabilmente perché era il mio corpo stesso che se ne voleva liberare). Poiché tuttavia queste continuavano a risiedere dentro di me, sotto la mia cute, mi consigliarono di andare da un ortopedico a farmi visitare, per vedere come liberarmi da questo gruppo di ospiti indesiderati. Entrai dal luminare, la visita durò si e no 30 secondi e alla fine il verdetto si palesò chiaro come la luce del sole, era necessario l’intervento chirurgico! Me ne feci quasi subito una ragione ed uscì dalla stanza dello specialista. Mi diressi verso il front-office dello studio dove c’era la signora o signorina intenta a preparare la fattura per la visita. Con voce ferma e molto suadente mi disse “100 euro!”. Tirai fuori i soldi, pagai e me ne andai. Chiaramente la testa andava sempre a quell’attimo in cui i miei 100,00 si erano depositati sul conto dello studio medico o dello specialista, e più passava il tempo più cercavo di capire quanto fosse fruttato un secondo di visita al luminare, dato che in 30″ aveva guadagnato 100,00 euro. Ebbene, ogni secondo il professionista aveva guadagnato 3,33 periodico!!! Il giorno dell’intervento mi crocifissero sul lettino, all’interno della sala operatoria e anche stavolta, dopo un paio di minuti, l’intervento terminò, la mia mano non era più residenza per le amate pietruzze (cui quasi mi ero affezionato). Uscendo sulle mie gambe dalla sala operatoria dopo qualche minuto, incrociai il medico, lì in veste di chirurgo, che mi aveva da poco liberato e gli dissi in tono scherzoso “Dottore, sono stato sicuramente il paziente più veloce della sua carriera, vero? Ho pensato alla visita alla mia mano nel suo studio, dove in poco più di 30 secondi le ho sganciato un centone… volato via lesto come una rondine a primavera… spero di salvaguardare l’altra mano e non bucarmela come la destra…!”. Lui sornione mi guardò, mi sorrise e rispose:”Mi ringrazi invece mio caro signore di averle fatto spendere solo 100,00, grazie a me lei non avrà più le mani bucate!!!!!”.
Questo racconto, tratto da una storia vera, visto, narrato, sentito dal paziente e opportunamente romanzato, è ciò che a parti inverse può nascere venerdì 25 e sabato 26 ottobre pp.vv. presso la sala formazione dell’ASP in piazza Igea. È un modo davvero leggero di trasformare una situazione di sofferenza vissuta da un operatore sanitario e da un paziente che in mano a dei creativi può diventare una storia, un monologo o tanti monologhi. Insieme, con l’apporto sia dell’uno che dell’altro, riusciranno a formare il prologo di #conilsorrisosullelabbra, per la prima commedia o il primo spettacolo, una sorta magari di Zelig sul mondo della sanità che riesca a strappare molti e terapeutici sorrisi! Quindi, cari Medici…
Adoro le persone che mi fanno ridere. Penso che ridere sia la cosa che mi piace di più. È la cura per moltissimi mali.
Audrey Hepburn
Ridere fa bene! Lo dico da sempre e ci credo ogni giorno di piu’! Fateve una risata appena vi svegliate e una prima di dormire…
Francesca Nunzi