“Con il sorriso sulle labbra – dalla sofferenza alla leggerezza” è un progetto didattico culturale in forma teatrale.

Ideato da Roberto Farruggio (RF Comunicazioni di Ragusa), condiviso nel 2019 con la locale Azienda Sanitaria Provinciale (settore Formazione) e rivolto ai suoi dipendenti. In tre anni o poco più si sono svolti 7 incontri/corsi (il numero limitato è imputabile alla pandemia da Covid 19), per i dipendenti ASP RG e gli addetti alla professione medico/sanitaria convenzionati con l’Ente. Durante i seminari, con l’ausilio degli psicologi del settore Formazione ASP, ci si è confrontati su questo tema trasversale: la sofferenza (dietro questo termine si nascondono in ambito sanitario, ma non solo, tensioni, paure, conflitti) e la leggerezza (propria del sorriso) sono due rette parallele che non si incontrano mai o due termini contrapposti destinati a intrecciarsi tra loro?  

Sofferenza e leggerezza, un binomio possibile

Sul sito della Società Italiana di Medicina Narrativa si legge: “Con il termine Medicina Narrativa (mutuato dall’inglese Narrative Medicine) si intende una metodologia d’intervento clinico-assistenziale basata su una specifica competenza comunicativa”. Questo è lo spunto del progetto: la narrazione è infatti lo strumento fondamentale per acquisire, comprendere e integrare i diversi punti di vista di coloro che intervengono nella malattia e nel processo di cura. Il fine è la costruzione condivisa di un percorso (una storia) di cura personalizzato: le persone, attraverso le loro storie, diventano protagoniste del processo di cura”. Al di là delle varie competenze medico-scientifiche che intervengono nel processo di cura, i vari rapporti tra curanti e pazienti con i loro familiari, le relazioni tra medici ed operatori sanitari stessi, attori principali di tale processo, possono generare storie che presentano momenti in cui vi sia bisogno di “leggerezza”. L’idea dei seminari prende spunto dal presupposto che ridere sicuramente costituisce una terapia naturale per la salute di tutti.

Le storie e i personaggi

Gli incontri si svolgono come la narrazione di un racconto, ovvero la narrazione della risata da parte di chi ne esercita la tecnica (in questo caso la Madrina e Testimonial del Progetto, l’attrice Francesca Nunzi nelle sue vesti di coordinatrice artistica e i colleghi che man mano hanno infoltito la schiera dei tutor artistici e collaboratori, gli attori Marco Simeoli, Cesare Biondolillo e il pianista Andrea Bianchi). Questa narrazione trae spunto dalla realtà, per far RIDERE gli altri, e dalla narrazione di storie di sofferenza e di conflitti e stress nell’ambito sanitario (ma gli ambiti, ripetiamo, possono essere diversissimi) che presentino allo stato quasi embrionale elementi di ilarità ed ironia, anche involontari.

 

Proprio questo è il cuore del progetto. È un canovaccio tipicamente teatrale suddiviso in due tempi. Nel primo, si fa conoscenza tra Maestri della risata e Medici e Operatori sanitari per far uscir fuori, dalle rispettive anamnesi, storie, competenze ed esperienze. In questa fase i “competenti della risata” creano una sorta di provino generale durante il quale, dopo le presentazioni degli attori in campo, “provineranno con l’ascolto” le esperienze narrate da medici ed operatori.

Narrazione e ascolto sono il cuore pulsante dei seminari, generalmente rivolti a non più di 10-15 partecipanti. I dialoghi e le storie, come messo in rilievo dai formatori, tendono ad instaurare una maggiore complicità tra chi cura e chi viene curato, tra i familiari di questi e il nugolo di medici e operatori che formano il mondo della Sanità. Quanto poi viene assorbito nei seminari deve essere infatti trasmesso nelle relazioni. Il racconto particolare di ciascuno diventa una sorta di canale prioritario su cui basare la comunicazione. Ogni storia diventa dunque un percorso obbligato grazie al quale comprendere meglio le singole azioni ed immaginarne di nuove.

La scrittura del copione

Nel secondo tempo, dal canovaccio comunicativo della narrazione si passa alla scrittura di una bozza di storia, con copione, musica e idea artistica per sommi capi o spunti. È un obiettivo importante perché la narrazione si trasformerà in storie di vite vissute, da parola narrata diventerà parola scritta, spunto artistico (abbozzato) verso cui si congiungeranno le esperienze e la tecnica del ridere, del sorriso, detenuta da chi la esercita per professione. Gli spunti e la storia (le storie) abbozzati in cui si annidano inevitabilmente e spesso involontariamente elementi di ilarità (oltre alla sofferenza), saranno trasferiti ad esperti sceneggiatori e grazie ai tutor artisti trasformati in più monologhi teatrali, pièce, musica, concretizzate cioè in molteplici forme artistiche possibili da rappresentare sul palcoscenico. Naturalmente, l’aspetto della “trasformazione della prima scrittura” si basa su una ipotesi di più appuntamenti, ogni volta con personaggi diversi nel ruolo di “Maestri del sorriso”. Alla fine si avrà tanto materiale nato da storie sanitarie vere e diverse. Queste, trasformate in narrazioni brillanti, possono diventare medicina narrativa teatrale nella quale anche il dolore può sublimarsi, in molti casi, in sorriso e benessere terapeutico.  

Ragusa, 16 giugno 2023                                                                                                    Tralasciando al momento altri impegni e manifestazioni che si sono succedute in questo ultimo anno e mezzo, da agosto scorso fino all’appena trascorso 8 giugno, ho ritirato fuori il mio “vecchio” progetto Sì… l’idea è buona! In realtà non l’ho tirato fuori io da solo, sono stato, diciamo così, invitato a farlo da alcune richieste di amici cui non potevo dire di no. Così dal 2 settembre 2022 all’8 giugno 2023 le ONLUS Ponte di Solidarietà con il Madagascar Suor Lucia Iannizzotto, la Cooperativa Servizi alle Famiglie con il suo Centro Educativo Alzheimer e Piccoli Fratelli di Modica sono state le mie compagne di viaggio lungo un percorso fatto, come sempre, di solidarietà, di intrattenimento non fine a se stesso, condivisione di ansie, problemi, gratificazioni e di creatività. A proposito di quest’ultima, lo anticipo fin da adesso, faremo una grande festa in Teatro, spero entro la metà del prossimo anno, per far fruttare il dono che ciascuno di noi ha e creare insieme dei simboli in svariati campi artistici a sostegno dell’attività delle associazioni con cui sono venuto a contatto. Alcuni sono stati già creati, ne creeremo altri e sarà proprio in quel momento in cui li presenteremo in un altro grande spettacolo solidale.       

 

Perché il teatro

Il teatro è una dimensione che appartiene a tutti. È la dimensione più umana che esista, dove tutto è finto ma niente è falso (Proietti). Il teatro è studio, il teatro è passione, il teatro è diventare un personaggio che acqueti la persona che siamo e la reintroduca in un dietro le quinte – spazio opposto al palcoscenico – che è la naturale piattaforma in cui ogni giorno viviamo. Dire che la vita è una commedia in realtà equivale a dire una delle verità più assolute. La competitività e la quantità, che oggi vanno sempre più a discapito della qualità e contro cui ogni giorno dobbiamo confrontarci, stanno erodendo sempre più la libertà di essere quel che siamo e di cui non dobbiamo aver timore, né vergognarci.

Tale forma di stress nell’esperimento che vogliamo portare avanti negli incontri deve andare sempre più scemando, proprio perché in quegli incontri le persone e i personaggi che siamo devono poter convivere tranquillamente, e attraverso la narrazione dei propri conflitti liberarsi dalle maschere che quotidianamente e forzatamente dobbiamo indossare, diventando non un Io ma un Noi, contro quel cancro morale e materiale rappresentato dal sempre maggiore protagonismo individuale che oggi impera, e le cronache lo testimoniano sempre più. La rilassatezza e la conseguente risata terapeutica dovrebbero diventare materie da studiare ogni giorno. Ecco perché la proposta, cioè creare dei seminari in cui ci si liberi delle nostre forzate maschere per diventare tutti insieme attori e spettatori, è un formidabile modo di resettare il nostro modo di “recitare” senza alcun collegamento con gli altri. Divenire così un “attore vero” – non più solo un attore protagonista assoluto che “recita contro” gli altri -, ovvero una persona vera in relazione, anche grazie al sorriso, con chi recita insieme a lui il copione che quotidianamente diventa vita vera. Questa, fra le altre, è una delle idee ispiratrici del progetto perché il sorriso, la risata, è conseguenza gioiosa e giocosa di questo modo di intessere relazioni, non più fine a sé stesso o ai nostri bisogni individuali ma aperto all’altro, alle sue necessità che diventano nostre e viceversa. Questa è la lezione che auspichiamo si tragga da “Con il sorriso sulle labbra”. Se accettiamo l’idea che il teatro e l’arte, adattandoli al quotidiano, possano diventare il nostro palcoscenico nel quale sperimentare tutte le nostre relazioni, allora le idee che possiamo mettere in comune in questo progetto, anche a prescindere dal sorriso, possono davvero moltiplicarsi in nuovi modo di affrontare gli incontri e le relazioni che altro non sono se non un “primo atto teatrale”. Tutto poi sarà svelato e compreso nel “secondo”.

– Il progetto

“Con il sorriso sulle labbra” è un progetto didattico formativo, in forma teatrale, che ha lo scopo di dimostrare come sofferenza e leggerezza, binomio all’apparenza inconciliabile, possano coesistere. E come il dolore possa sublimarsi in sorriso terapeutico e dunque in benessere. È ideato da RF Comunicazioni di Roberto Farruggio, registrato su Patamu Registry (n. 155984), sperimentato a partire dal 2019 presso ASP Ragusa e già inserito in un programma Erasmus Italia-Polonia;

– destinatari

In questa prima fase, Con il Sorriso sulle Labbra ha avuto come destinatari medici, dipendenti ospedalieri, operatori e collaboratori sanitari in seno ad ASP Ragusa. Per sua natura, il percorso si può realizzare a favore di dipendenti di Enti Pubblici in generale, aziende private, associazioni e svariate organizzazioni lavorative;

– durata
circa 1 anno;

– luogo

i seminari (da 4 a 6 nell’arco di circa 6-8 mesi, in quanto vengono incluse anche le prove in vista del secondo percorso del Teatro) generalmente si svolgono presso le medesime Aziende Pubbliche, Private ed Organizzazioni che li richiedono;

PRIMO PERCORSO: i seminari

– I seminari consistono in incontri con un massimo di 15-20 partecipanti che avvengono con l’ausilio di personale interno dell’Ente/Azienda che si occupi di Formazione e il team del Progetto, che ad ogni Percorso può cambiare, formato sia da psicologi che dagli attori professionisti nel ruolo di Tutor, Francesca Nunzi (attrice e regista di Roma), Marco Simeoli (attore e regista campano), Giulia Guastella (attrice di Ragusa), Cesare Biondolillo (attore di Palermo) e Andrea Bianchi (pianista di Roma). Il cast dei Tutor teatrali, lo specifichiamo ancora, può variare anche in base agli impegni degli artisti. Il must degli incontri è rappresentato dal racconto formativo di storie attinenti la vita aziendale dei partecipanti in cui, da un lato, siano presenti elementi di sofferenza, stress e conflitti e, dall’altro, spunti in-volontari di ironia spesso nascosti tra le pieghe delle narrazioni;

SECONDO PERCORSO: il teatro

La fase “teatro” del percorso è la naturale evoluzione dei seminari. Le narrazioni prodotte negli incontri precedenti diventano infatti sceneggiature in cui le esperienze reali, con l’aiuto dei professionisti, vengono coniugate alla tecnica del ridere e della creatività. Ecco dunque le storie narrate come momento artistico di intrattenimento formativo. Due le formule che possono anche mischiarsi tra loro: il Teatro del Benessere in cui possono anche recitare alcuni partecipanti ai seminari debitamente formati e il Teatro delle Risate Terapeutiche in cui recitano anche gli attori professionisti. Ambedue i momenti teatrali sono aperti al pubblico e sono preceduti o seguiti da un breve dibattito in cui, grazie a figure professionali competenti, si affrontano i temi rappresentati in scena e si spiegano alcuni aspetti inerenti la psiche umana -tra stress, patologie, conflitti e in-sofferenze- che li hanno generati.

 

 

Risate Terapeutiche

Risate Terapeutiche (in questo caso Sanitarie) è il secondo o terzo tempo de Con il sorriso sulle labbra. Terzo, perché se consideriamo -e dobbiamo farlo- il Teatro del Benessere come una importantissima appendice dei seminari interattivi realizzati finora con ASP Ragusa, ecco che i momenti del percorso diventano per l’appunto tre. Il Teatro del Benessere può essere a uso e consumo dei partecipanti  in una con le giornate dei seminari, e le varie narrazioni, in questo caso in ASP, di medici, professionisti ed operatori sanitari insieme ai tutor hanno fatto nascere tali appendici agli incontri e realizzare efficacemente il Must del Progetto, ovvero far nascere quel Sorriso sulle labbra che in termini di benessere psicofisico possa accompagnare dipendenti e lavoratori di Enti e Aziende private nello svolgimento delle loro attività quotidiane lavorative. Risate Terapeutiche (una sorta di Zelig della risata) invece è ideato con l’intento di far nascere sempre il sorriso sulle labbra, ma deve trattarsi di un sorriso non fine a se stesso e che abbia in realtà valenza didattica e culturale proprio nei vari campi lavorativi e in cui si esplicano le personalità di dipendenti, quadri e dirigenti. Nei due video sotto, la palla passa ad attori professionisti che interpretano personaggi e situazioni nati dalle storie narrate nei seminari e che vogliono essere portati alla ribalta verso un pubblico variegato, proprio come può capitare a Zelig o in momenti teatrali e televisivi del genere. Ma c’è di più. Risate Terapeutiche non vuol far solo ridere. Vuole anche “divulgare” alcuni temi da cui nascono gli sketch o la commedia formativa portata in scena, e cioè comunicare e spiegare nell’ambito dello stesso spettacolo con veloci talk gli spunti adattati dagli artisti professionisti per dar vita al teatro della risata terapeutica. Nel primo video sotto, lo sketch andato in scena ha le sue fondamenta nel disturbo dissociativo occorso a una paziente proprio nel momento in cui si trovava davanti alla sua psicoterapeuta, e che si è risolto proprio con quella esilarante battuta con cui si chiude. Nel secondo video immediatamente sotto invece, lo spunto narrato è dato dallo stress di medici e professionisti sanitari nello svolgimento della loro professione (stress che a volte è causato anche dai pazienti stessi) e nel progressivo abbandono della disciplina medica della semeiotica a vantaggio delle indagini strumentali per orientarsi verso una diagnosi precisa, quasi una delegittimazione del rapporto di estrema fiducia, fisica e di dialogo, che deve sussistere tra medici e pazienti e che merita certo ulteriori approfondimenti. I testi ricavati dai racconti dei seminari sono stati adattati da una bravissima Francesca Nunzi ed interpretati dalla stessa Nunzi, da Marco Simeoli (ambedue, la Nunzi e il Simeoli, saranno protagonisti del Musical “Aggiungi un posto a Tavola” che nel 2024 celebrerà il cinquantesimo dalla prima mise en scène nel 1974), e da Andrea Bianchi, che in qualità di superbo pianista si è occupato anche degli intermezzi musicali, oltre che dall’attrice ragusana Giulia Guastella.

Il video video sopra presenta in sintesi le riflessioni degli importanti ospiti sulla prima esperienza, la prova 0, del Festival delle Risate Terapeutiche (in questo caso sanitarie)

“La sceneggiatura è una terapia, e questa progettualità ha l’obiettivo di prendere tematiche serie, la malattia e la sofferenza, e farle cadere in un rapporto di leggerezza inter pares che deve contraddistinguere il confronto tra medico e paziente ….”, e anche tra operatori della Sanità, ovvero “relazioni tra pari da cui trarre elementi per migliorarsi” (Dott. Giovanni Di Giacomo – Fimmg Ragusa).

 “Quando Roberto Farruggio mi ha parlato di questa sua progettualità, gli ho detto che colpisce e va al cuore dell’umanizzazione del rapporto tra medico e paziente. Questa pare una serata leggera ma non è così, dietro le risate c’è il mondo della narrazione grazie al quale si entra in empatia con i pazienti.  È un mondo complesso quello della “farsa” che però poi ci lascia riflettere ed interessa la comunicazione e la relazione tra medico e paziente che possano essere visti in modo diverso. Complimenti perché credo che il risultato sia stato raggiunto”. (Dott.ssa Rosa Giaquinta – Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri Provincia di Ragusa).

 “In realtà l’episodio che ho raccontato nel primo seminario di Con il sorriso sulle labbra e da cui è stato tratto la divertentissima sit-com “Occhiali di merda” fu un episodio che a me segnò tantissimo. La mia paziente ebbe un bruttissimo disturbo dissociativo e per me alle prime armi fu quasi un momento traumatico. Si risolse bene, e ne uscimmo insieme io e la mia paziente con l’ironia, Se l’empatia è un viaggio, come diceva Rogers, è importante fare insieme questo viaggio, immedesimarsi in lui, vedere gli stessi luoghi, le stesse persone, sentire gli stessi odori, però poi ognuno torna a casa propria. È questa una capacità che deve essere allenata, sempre, ed estesa a tutte le figure sanitarie, perché occorre davvero tanta umanità e tanta ironia, è veramente una cosa seria”. (Dott.ssa Barbara Iacono – Psicologa).

Ascoltare queste parole da parte di dirigenti e professionisti del mondo della Sanità è per me una gratificazione immensa. La “visione” che ho avuto quasi tre anni fa, da cui è poi scaturito il percorso “con il sorriso sulle labbra” è stata un inizio per me folgorante in cui ad occhi chiusi e in un baleno ho visto tutto quel che è stato realizzato in questi 4 anni o quasi. La mia fortuna è stata di aver condiviso il sogno con il Teatro e con Francesca Nunzi all’inizio ed ora con il gruppo costituito, oltre che da Francesca, Marco Simeoli, Giulia Guastella e Andrea Bianchi.

 

LE INTERVISTE AGLI ATTORI

Ritengo dunque “Con il sorriso sulle labbra – dalla sofferenza alla leggerezza” un format che può diventare davvero un Progetto Didattico Formativo in forma Teatrale per ottimizzare, anche grazie alle tecniche teatrali e le varie discipline artistiche, il benessere di dipendenti pubblici e privati, e di conseguenza agire sulla gratificazione di chi lavora in Enti ed Organizzazioni aumentando la produttività di impiegati, quadri e dirigenti aziendali. Ciò è emerso dagli innumerevoli questionari somministrati ai partecipanti dei seminari in ASP Ragusa, in cui il feedback ricevuto è stato sempre positivo. Spesso in tali organizzazioni si fa leva sull’importante apporto dato dal capitale umano, molte volte succube di stress, sofferenze e conflitti relazionali vari che inevitabilmente incidono sulla soddisfazione del lavoratore. Grazie a seminari di formazione (che ci auguriamo continua) come Con il Sorriso sulle Labbra, le negatività sopraccitate possono davvero lasciare il posto a quel sorriso terapeutico che migliori sensibilmente le relazioni interpersonali nel mondo del lavoro e miri sempre più verso l’umanizzazione dei rapporti. 

I ringraziamenti per lo più si fanno a fine corsa, alla fine del viaggio intrapreso. Ma mai come stavolta siamo solo all’inizio, consci delle difficoltà che verranno e che potranno essere affrontate solo da un gruppo di professionisti che creda in questo progetto, certi che il sipario chiusosi nel settembre 2022 preluda alla riapertura dello stesso davanti a nuovo pubblico e in quel Teatro che è dentro ciascuno di noi. Del resto “Teatro significa vivere sul serio quello che gli altri, nella vita, recitano male” diceva Eduardo De Filippo, e per Con il sorriso sulle labbra questa è una pura e semplice Verità!

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