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34) I luoghi dell’anima

Un anno fa o poco più, raccontai di un mio incontro con il ragusano Mirko, su un tema alquanto spinoso, la cultura a Ragusa.

Riporto, per comodità, uno stralcio del nostro breve dialogo

“Vedi” – continua Mirko (e mi stupì quando mi confidò il suo pensiero)  – “nella nostra città mi pare ci siano tanti gruppi che tirano acqua al proprio mulino, patrizi e plebei, orazi e curiazi, guelfi e ghibellini, repubblicani e monarchici… cioè…  mi pare che non si riesca a formare un’unica coscienza che faccia della cultura un valore aggiunto della città e che ogni tentativo sia già delegittimato da un paludato “tornacontismo” di nicchia, volto ad una soddisfazione temporanea che non si trasforma mai in qualcosa di duraturo e permei l’intera collettività”.  “Mirko” – gli risposi – “credo tu sia un po’ ingeneroso con la tua città. In realtà dai tempi di Ibla Viva si son fatti passi da gigante , e questo naturalmente è dovuto a tante componenti che hanno deciso di portare le loro rivendicazioni alla luce del sole e creare, tutte insieme, qualcosa che prima non c’era. Questo è il tempo della concorrenza agguerrita e ognuno deve sempre anticipare le mosse degli altri se vuole portare al successo una propria idea.”

Io forse non ho mai anticipato le mosse degli altri ed ho creduto fermamente nelle mie, infatti in questo sito trovate tante informazioni sui temi da me e da tanti amici portati avanti, tra mille sacrifici ed appassionanti notti in cui a volte prevale la voglia di lasciar perdere tutto. Ma la mia passione è più forte della mia dabbenaggine, e a chi contrappone il proprio “tornacontismo” di nicchia o un’indifferenza da primato rispondo che gutta cavat lapidem non vi, sed saepe cadendo!

Così lunedì 8 gennaio u.s., ho pensato di riunire al Lumière due distinte aree di creatività, quella che io chiamo creatività solidale! Da una parte Lucio D’Amico, architetto di professione, e dall’altra Alessandro Cataudella, film-maker, Paola Puzzo Sagrado, poetessa, il M° Dario Adamo, tenore, musicista, compositore e musicologo.

Lucio D’Amico, di professione architetto, ha presentato alla città il suo film documentario, Da Ragusa a Ragusa Ibla, chiese, palazzi, quartieri e devozione.

Alessandro Cataudella, Paola Puzzo Sagrado e Dario Adamo hanno presentato il cortometraggio “Degeneration A Little Lovely Life”, che contiene la Corale Distrofia composta da una ventina di poeti da tutta la Sicilia e interpretata nel film dalle voci di Federica Guglielmino e Sara Cascone della Compagnia G.o.D.o.T. La medesima Corale è stata interpretata nel 2014 da Vittorio Bonaccorso e Federica Bisegna al Teatro Comunale di Vittoria in una serata dedicata a Parent Project Onlus Italia, l’associazione italiana dei genitori contro la distrofia muscolare di Duchenne e di Becker.

“I luoghi dell’anima” -una felicissima intuizione dell’amico Emanuele Cavarra- rappresentano una location che sfugge agli occhi bramosi di scoop e di “velinaggini” più o meno vestite cui i padroni del mondo, la tv e i social vogliono sempre più abituare noi automi del 21° secolo. Del resto, se Einstein temeva il giorno in cui la tecnologia sarebbe andata oltre la nostra umanità e Vincenzo Cerami afferma che siamo continuamente “massacrati dalla virtualità delle immagini del piccolo schermo”, i luoghi dell’anima che abbiamo visitato al Lumière corrono davvero il rischio di restare ignoti per molti ragusani, ma confido nella ritualità della goccia che cadendo scaverà anche la più dura roccia.

Al Lumière abbiamo dunque assistito a due film che hanno molto a che fare con la solidarietà che per me li contraddistingue. Nulla è lasciato al caso, nessuna immagine, nota, parola scende a compromessi con l’immaginazione tipica di chi costruisce ad arte gli spot e i video da cui, Cerami docet, oggi siamo costantemente bersagliati.

“Da Ragusa a Ragusa Ibla, chiese, palazzi, quartieri e devozione” è il viaggio che gli occhi disincantati di un professionista dell’immagine e delle forme lasciano aperto a una densa e attenta valutazione che ha bisogno di molti appigli e dell’amico tempo per essere correttamente realizzata. Ogni fotogramma con cui si compone il documentario di D’Amico fa luce intensa all’interno del nostro animo, quasi come una stanza di una vecchia casa al buio e, allorquando si aprano le finestre, si scoprono gli arredamenti sepolti sotto metri di pesanti stoffe che nascondono le bellezze di una vita che fu. D’Amico, cioè, riesce a farci ripiombare in un magnifico passato che non è chino su se stesso, non è morto e sepolto ma che invece desta mille interrogativi in noi, anche grazie ai visi (e a volte i dialoghi) degli involontari attori che popolano la sinossi del viaggio da Ragusa a Ragusa Ibla. Ecco dunque che il film di Lucio D’Amico è un passato che si proietta in un futuro necessario, un futuro che una Città illuminata e tutti gli strati che la compongono -l’associazionismo, la politica, l’impresa, il Commercio,tutte le fasce dei cittadini- devono saper declinare. E per farlo è utile rivolgerci a quegli strumenti che il film di D’Amico richiama, e che hanno a che fare con interrogativi che solo una attenta lettura sociologica, artistica, politica, di impresa e anche umanistica facilita. Il viaggio di D’Amico dunque, che andrà al di là del centro di Ragusa e di Ragusa Ibla con nuovi capitoli che riguarderanno, tra gli altri, anche la periferia e la campagna, è un percorso che quasi richiama la famosissima scrittura di Goethe nel suo personale “Viaggio”, “L’Italia, senza la Sicilia, non lascia nello spirito immagine alcuna. È in Sicilia che si trova la chiave di tutto”! Ed io aggiungo che la chiave ragusana è ancora capace di aprire mondi meravigliosi in cui non c’è spazio per ciò che sia ” fine a se stesso” e persegue, au contraire, un coinvolgimento dell’animo e dell’intelletto di ogni categoria di soggetti  che vogliono bene a questa Città e al suo ormai prossimo e ineluttabile futuro. Sta a noi saperlo vestire con eleganza e concretezza e per come esso, inscindibilmente legato al passato da cui proviene, merita.

Degeneration A Little Lovely Life si innesta perfettamente nella serata al Lumière inaugurata dal viaggio da Ragusa a Ragusa Ibla. Il fil rouge che lega i due film è costituito dalla voglia di bellezza che ha ispirato i due autori. Anche qui, la bellezza non è fine a se stessa e pure nel cortometraggio di Alessandro Cataudella si fa un viaggio, dalla paura fino al sorriso. L’operazione da cui nasce Degeneration ha visto molte tappe, da quelle informative che riguardano la distrofia muscolare di Duchenne e di Becker e agli obiettivi dell’associazione nazionale Parent Project (visualizza qui,  http://www.parentproject.it/wp-content/uploads/2017/03/Dalla-ricerca-di-base-nuove-strategie-per-combattere-la-distrofia-muscolare-di-Duchenne-e-Becker.-.pdf un riepilogo dei risultati della Conferenze Internazionale 2017 che ogni anno, a febbraio, si svolge a Roma e che anche il prossimo mese comunicherà le novità sia nel campo della ricerca che in quello del sostegno alle famiglie al cui interno si trovano figli maschi colpiti dalla malattia), ai momenti di solidarietà creativa grazie ai quali alcuni artisti hanno messo a disposizione la propria ispirazione a sostegno della causa. Così, come già ricordato, dopo un incontro informativo tenutosi a Ragusa alla presenza di alcuni poeti della provincia, il tam tam di riflessione grazie ad ispirazione e versi si è allargato in tutta la Sicilia e molti poeti hanno contribuito alla scrittura della Corale Distrofia.

Ho chiesto personalmente all’amico film-maker Alessandro Cataudella di creare delle “immagini” a sostegno dello sforzo poetico che aveva generato la Corale. Così Alessandro, insieme a Paola Puzzo Sagrado, al M° Dario Adamo  e alla partecipazione della Compagnia G.o.D.o.T. con le due allieve Sara Cascone e Federica Guglielmino hanno dedicato parte del loro tempo (circa un anno di preparazione) alla realizzazione, produzione e post produzione del cortometraggio Degeneration. La mia personale lettura di Degeneration – ed è questo il grande pregio dell’Arte in qualsiasi campo, che soggiace alle interpretazioni personalissime di ogni singola persona cui è rivolta, creando ogni volta un contributo di racconto diverso che amplia il valore ed il significato dell’opera- si rifà, come scritto, a un tenebroso viaggio che dalla malattia e dalla tempesta generate riporta alla quiete. Nel cortometraggio Degeneration c’è questo percorso vissuto da tante famiglie, lo sgomento e la paura nel preciso istante della diagnosi fino al momento del sorriso e del sostegno che anche in queste occasioni prima o poi si verificano. Fedele al mio personalissimo motto per cui “la Verità sta dietro le Banalità”, io credo che non vi sia banalità più bella di questa, incidere nel profondo dell’animo dello spettatore di Degeneration, con un uso sapiente che Cataudella fa di alcune immagini, momenti di tensione, incubi ed effetti sonori da thriller quasi, misti all’uso sapiente della fotografia, ritraendo le bellezze i e panorami tipici della nostra provincia e terminando la sua personale sinossi davanti al mare calmo verso il quale ripone le sue speranze e le sue certezze la donna in carrozzina nelle ultime scene, sorretta da due non meglio identificate braccia che la cingono e che quasi spuntano all’improvviso dal nulla. Il tutto mixato con le musiche coinvolgenti e narrative anch’esse del M° Dario Adamo, con l’intensa interpretazione di Paola Puzzo Sagrado e le voci recitanti che si fondono all’unisono con la poesia della Corale delle promettentissime attrici della Compagnia G.o.D.o.T., Federica e Sara.

In fin dei conti, sia il cortometraggio di Cataudella & Company, sia il film documentario di Lucio D’Amico, si fiondano nel buio del nostro animo, lo risvegliano, ridanno luce, scoprono sentimenti e riflessioni che possono benissimo sconfiggere la paura dell’insolito e la scontatezza del solito. Costituiscono cioè il contributo di racconto degli autori su temi con i quali all’apparenza non dobbiamo fare i conti, quando devono invece essere interiorizzati da tante persone e hanno bisogno di uscire dall’angolo dell’assuefazione non impegnativa verso cui può condurre sia il pensiero della malattia (perché non ci riguarda), sia l’architettura, l’urbanistica, le tradizioni e la storia di una città insieme ai suoi cittadini (se la si continua a guardare con occhi che non provocano più riflessioni “sul da farsi per il futuro”).

Dobbiamo essere grati a Lucio D’Amico, allo storico e critico del cinema Danilo Amione che ha sostenuto il film documentario sin dall’inizio, e al gruppo capitanato da Alessandro Cataudella per questo slancio solidale verso la Bellezza dei “luoghi dell’anima” che hanno rappresentato, ripeto, non per un puro esercizio di stile fine a se stesso. I luoghi dell’anima pretendono delle risposte da noi cittadini, a tutti i livelli. Dobbiamo rispondere all’invito per concretizzarli anche fuori da noi

Roberto Farruggio

Locandina "I luoghi dell'anima"
Locandina “I luoghi dell’anima”

Lucio D’Amico e Danilo Amione su “Da Ragusa a Ragusa Ibla, chiese, palazzi, quartieri e devozione”

L’autore e regista Alessandro Cataudella su Degeneration A Little Lovely Life

L’autore della colonna sonora di Degeneration A Little Lovely Life, il M° Dario Adamo

Una delle autrici della Corale Distrofia ed interprete del cortometraggio Degeneration, Paola Puzzo Sagrado

Il trailer di Degeneration

Il promo di Da Ragusa a Ragusa Ibla, chiese, palazzi, quartieri e devozione

Grazie a tutto il pubblico intervenuto al Cine Teatro Lumière, a Marco Iannizzotto, ai sostenitori di Si… l’idea è buona! e ai Partner e Sponsor della serata, il Consorzio di Tutela del Vino Cerasuolo, Vittoria, i Frantoi Cutrera di Chiaramonte Gulfi e il Panificio Distefano di Ragusa. Grazie di cuore all’Avis Comunale di Comiso.

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